venerdì 11 marzo 2016

Dialoghi di profughi IV* - Bertolt Brecht


IL MONUMENTO AL GRANDE POETA KIVI. – I POVERACCI VENGONO EDIFICATI ALLA VIRTU’. – PORNOGRAFIA.

In una bella giornata Ziffel e Kalle fecero un po’ di strada insieme, conversando. Attraversarono la piazza della stazione e si fermarono dinanzi a un gran monumento di pietra che rappresentava un uomo seduto.

ZIFFEL         Questo è Kivi, di cui tutti dicono che bisognerebbe leggere qualcosa.

KALLE          Deve essere stato un buon poeta, però è morto di fame. Il poetare non gli ha fatto bene alla salute.

ZIFFEL         Ho sentito dire che qui fa parte dei costumi del paese che i migliori poeti muoiano di fame. C’è tuttavia qualche eccezione, visto che alcuni si dice siano morti alcolizzati.

KALLE          Vorrei sapere perché l’hanno messo lì a sedere davanti alla stazione.

ZIFFEL         Probabilmente come esempio ammonitore. Loro ottengono tutto con le minacce. Lo scultore ha il senso dell’umorismo: gli ha dato infatti uno sguardo trasognato, come se stesse sognando una crosta di pane a sua piena disposizione.

KALLE          Però ci sono anche artisti che hanno detto al pubblico quel che ne pensavano.

ZIFFEL         Si, ma per lo più in forma poetica, o comunque poco chiara. Questo mi fa ricordare la storiella, che ho letto una volta da qualche parte, dell’uomo nell’altra stanza. Una donna, dunque, aveva una relazione con un tizio che chiameremo Y e che in fondo disprezzava, e un altro uomo – chiamiamolo X – era venuto a saperlo. Ora, poiché ci teneva alla stima di costui, arrangiò le cose in  modo tale che, una volta che era a letto con Y, l’altro si trovasse nella stanza accanto e potesse sentir bene tutto. Il suo piano era basato sul fatto che X udiva, ma non vedeva. Y era ormai un po’ freddo con lei, sicché bisognava che lei lo eccitasse. Per esempio quella si aggiusta il reggicalze, e Y vede benissimo, e nello stesso tempo gli dice qualcosa di sprezzante, e X sente benissimo. E così va avanti. Gli si butta addosso, e intanto geme «giù le mani!»; gli mostra il didietro, e rantola «non mi lascio violentare», si mette prona, puntellando il corpo con le ginocchia, e grida «porco!»: e Y vede, e X sente, e la dignità della donna è salva. Un caso simile era quello di un poeta che declamava in un cabaret, e prima andava sempre in cortile a insudiciarsi le scarpe, perché il pubblico vedesse che per la sua bella faccia non si puliva nemmeno le scarpe.

KALLE          Ha scritto qualcosa di nuovo?

ZIFFEL         Mi sono annotato alcuni punti. Glieli leggerei volentieri perché non credo che troverò il tempo di stenderli in veri e propri capitoli. Incomincio col «primo foglietto». (Legge)
«Battaglie a palle di neve. Pane e burro. Hans Pschierer. Il mal di testa della mamma. In ritardo a pranzo. Lezioni. Libri di scuola.. Gomma per cancellare. Quarto d’ora di ricreazione. Scuotere le castagne. Il cane del macellaio all’angolo. I bambini per bene non vanno a piedi scalzi. Un temperino vale più di tre trottole. Giocare alle palline. Giocare col cerchio. Pattini a rotelle. Bambù. Sassate alle finestre. Non sono stato io. . Mangiar crauti fa bene. Papà vuol essere lasciato in pace. Andare a letto. Otto dà dispiaceri alla sua mamma. Non si dice cacare. Quando si dà la mano si guarda negli occhi». Come lo trova?

KALLE          Vada avanti. Non lo so ancora.

ZIFFEL         «Rintocchi del vespro da Sant’Anna. Andare a prendere la birra. Il cocchiere dei signori di via Klaucke si è impiccato. Mariettina sedeva su un sasso. Lancio del coltello, accanto alle nocche delle dita, al gomito, al mento, alla testa, alla spalla. Vale anche se il coltello si conficca storto. Ha scritto qualcosa col gesso sulla porta della stalla. La polizia è avvisata. Giocare a rimbalzello. Il soldino vien tirato contro il muro. Vince chi fa rimbalzare la moneta più lontano. Non s’è fatto più vivo e l’ha piantata in asso. Nel fienile ci sono gli assassini. Col gesso, e dove l’ha preso? Pedicelli. Corti paletti appuntiti vengono conficcati nel suolo e cavati fuori facendo leva con altri paletti. Altrimenti ti ficco in terra senza manco farti la punta, porco! E il traffico coi soldatini di piombo. Indiani, Germani, Russi, Giapponesi, cavalieri, Napoleone, Bavaresi, Romani. Ripetente. Tu vecchio arnese dovresti saperlo. Figlio d’un cane. Merdoso. Te la fai addosso. Culo. Lavativo. Gagà. Bue. Somaro. Bestione. Animalaccio. Pappamolla. Immondezzaio. Sovversivo. Mascalzone. Puttana. Bastardaccio. Più ossa che petto. Vene varicose. Gobba. Proibito mendicare. Attenzione, nella quarta casa ci sta un questurino”.
Terzo foglietto: «Domenica pomeriggio. La banda del giardino della birreria. Salsiccia calda e panini. Quelle ragazze hanno una brutta malattia. Quando vai a donne. Via delle Lepri II. Il parroco della chiesa di San Max. Joseph, il figlio dei Kramlich, si fa prete. Ha gli occhi cerchiati di blu. Confessarsi non è peccato per una bella bimba. Se non ti controlli ne hai uno, di bimbi. Nel prato delle betulle. Le panchine. Bretelle. Quel cattivo elemento scopiazza tutto.. Iola a quattro. Fuori le mani di tasca. La bicicletta. Prima lasciar asciugare la gomma.. Bocca puzza ancora di latte. L’ora del grande disprezzo alla biblioteca circolante. La signorina con gli occhiali. Cinque centesimi per libro. Con seno. Al bagno pubblico, senza asciugamano solo dieci centesimi. Il reparto donne. Castagni. Lontano nel Sud. Anche sui bastioni. Alla fine barca e barcaiolo (1). Il popolo di Dio. E stammi bene».

KALLE          Come fa a far combaciare questa roba? Butta giù semplicemente quel che le passa per la testa?

ZIFFEL         Neanche per sogno. Metto in ordine. Ma il materiale e quello. Vuol sentire un altro foglietto?

KALLE          Certo.

ZIFFEL         «Fa bene, ma le conseguenze. Mestruazioni. Mariettina sedeva sulla collina delle rose e coglieva mirtilli. Rutti. Ella lascia fare. Colti sul fatto. I coglioni. Sotto i sedici anni è punibile. Cinque volte. Ragazza, tieni strette le sottane quando soffia il vento, se ci si vede sotto qualche cosa. Stando in piedi. Non ha fatto attenzione. Cinque marchi. Alle devozioni di Maggio. Impudica, Peccato mortale. E’ una sensazione che ti passa da parte a parte. Quella è tagliente come una lametta di rasoio. Picchiare di santa ragione. Ha dato un nome falso. Ah, com’era bello sull’armonica. Quando lui era in carcere. Sverginata. Sono stati notati nel parco pubblico. Dapprima fanno resistenza. Un gelato costa cinque centesimi. Il cinema venticinque. A loro piace. Guardami negli occhi! Dal di dietro! Oppure alla francese».
Quinto foglietto. «Zola. Porcherie. Casanova per via dei disegni di Bayros. Maupassant. Nietzsche. I quadri di battaglie di Bleibtreu. Allora il mio Imperatore cavalcherà sulla mia tomba (2). Alla biblioteca circolante. E a quella comunale. Se stai a leggere tutto il giorno, a diciannove anni sari un nevrastenico ridotto male. Ma esiste un Dio? Fa piuttosto dello sport come gli altri. O è buono o è onnipotente. Ecco il cinismo moderno. Una professione intellettuale. E’ l’anima tedesca (3). Finché mangi alla mensa di tuo padre, ti prego di non esprimere simili opinioni. Farà un giorno guarire il mondo. Da vomitare. In corpore sano. Gobineau, il Rinascimento. Uomini del Rinascimento, ma le professioni intellettuali sono sovraffollate. Faust. Nello zaino di ogni tedesco. Cantando verso la morte. Gli uccellini nel bosco cantavano così meravigliosamente. Mai devi domandarmi! (4) Shakespeare è inglese? Noi tedeschi siamo il popolo più colto. Faust. Il maestro di scuola tedesco ha vinto la guerra del settanta. Avvelenamento da gas e mens sana. Uno scienziato nel monte di Venere. Pace alle sue ceneri: egli ha resistito. A Bismarck piaceva molto la musica. Dio è con gli onesti, essi non sanno quello che fanno. I battaglioni più forti si aiutano da sé. Il miele artificiale è più nutriente del miele naturale è troppo caro come alimento popolare. La scienza ha attestato. Conquistate tre teste di ponte del nemico. LA vittoria finale è la migliore. Offerte si accettano anche dopo la rappresentazione».

KALLE          Trovo bello come arriva a poco a poco alla guerra.

ZIFFEL         Crede che dovrei poi stenderlo in capitoli?

KALLE          A che scopo?

ZIFFEL         Se lo lascio così, ha un’aria troppo moderna. Il moderno è già antiquato.

KALLE          Questo non vuol dir niente. Anche l’uomo come tale è antiquato, come, del resto, il pensare, il vivere, il mangiare. Penso che lei può scrivere quello che vuole, tanto è antiquato anche lo stampare.

ZIFFEL         Le sue parole mi tranquillizzano. Gli appunti sui cinque foglietti non sono, del resto, altro che uno schizzo per un ritratto. Le memorie trattano delle Virtù.

KALLE          Ho riflettuto sulle sue memorie. Noi dei quartieri più poveri siamo stati educati molto più virtuosamente di lei. A sette anni, al mattino, prima di andare a scuola,  dovevo distribuire i giornali: e questo è diligenza; i soldi, poi,  ce li lasciavamo portare via dai genitori: e questo è obbedienza. Quando papà tornava a casa ubriaco, siccome gli scocciava di essersi bevuta mezza paga della settimana, ci picchiava di santa ragione: così potevamo imparare a sopportare il dolore. Quando poi ci venivan date solo patate, e poche, dovevamo dire «grazie»: per via della gratitudine, credo.

ZIFFEL         Così sono nate in voi una quantità di virtù. Nessuno può essere tanto ricattato quanto i poveri. Da loro si estorcono persino le virtù. Ma sono convinto che non erano ancora contenti di voi. Una volta avevamo una ragazza di servizio, diligente, pulita e brava in tutto, ma specialmente diligente. Si alzava alle sei e non usciva quasi mai, sicché, non avendo nessuno, era costretta a divertirsi con noi bambini. Ci insegnava ogni sorta di giuochi, come per esempio quello di cercarle addosso piccoli oggetti, che so io, una gomma. Se la nascondeva addosso da qualche parte: su, in alto, dove comincia la calza, o fra i seni, o dove finiscono le gambe. Noi facevamo molto volentieri questo giuoco, ma quello stupido del mio fratellino minore lo raccontò un giorno alla mamma, che non lo trovò divertente e disse che eravamo troppo piccoli per farlo e che la Maria non era poi così virtuosa come aveva creduto. Vede: non era perfetta. Mio padre diede la colpa al fatto che veniva dal popolo.

KALLE          Avrebbe dovuto darle più libera uscita. Ma allora naturalmente i piatti non sarebbero stati lavati, e quindi ecco che lei dipendeva dalla sua virtù.

ZIFFEL         Era molto bello dipendere dalla sua virtù. Mi ricordo come più tardi fossi molto contento di vedere che la morale presenta delle lacune nella sua applicazione. A diciassette anni avevo un’amichetta, una scolara delle Orsoline, una quindicenne, ma molto matura. Pattinavamo con le braccia intrecciate, ma questo non ci bastò che per poco tempo. Capii che mi amava perché ansimava forte quando la baciavo sulla via del ritorno a casa. Mi confidai con un amico. Ci era ben chiaro che qualcosa doveva succedere, ma lui diceva che non era tanto semplice, e che l’inesperienza aveva provocato situazioni molto penose. Una volta, per esempio, due non erano addirittura riusciti a staccarsi, come capita qualche volta ai cani, cui bisogna gettare addosso un secchio d’acqua perché possano staccarsi. I due in questione si erano dovuti portar via con l’ambulanza, e si può immaginare il loro imbarazzo. Non rida! Io presi il problema molto sul serio. Andai da una prostituta a procurarmi le necessarie cognizioni.

KALLE          Questo si chiama senso di responsabilità. Se non ci fosse stato abituato sin da piccolo, non l’avrebbe avuto.

ZIFFEL         Visto che oggi siamo in tema di pornografia, ha notato come diventi virtuosa quando è fatta con arte? Usi il sistema fotografico, e quel che ne viene fuori è una porcheria. Non le verrebbe mai in mente, se è una persona colta, di appendere al muro una cosa simile. E’ l’atto sessuale puro e semplice, eseguito in maniera più o meno complicata. Prenda invece la Leda col cigno: un caso di accoppiamento innaturale dipinto con delicatezza. In sé e per sé, la faccenda non rientra certo nelle usanze della buona società, ma siccome è arte ecco che in caso di bisogno lei può mostrarla anche ai suoi piccini. E l’effetto sessuale è dieci volte maggiore, appunto perché è arte! Oppure prenda, in Diderot, passi come quello in cui un tizio ode una donna lamentarsi durante l’atto sessuale che le prude un orecchio, e poi dire «Il mi..o o…recchio!», seguito da un significativo silenzio, indizio che quel prurito in qualche modo s’era calmato… Era un vero godimento per me. Figuriamoci per quella! Queste cose si ricordano sempre con commozione. Questa è arte, e fa un effetto più eccitante delle solite speculazioni sulla sensualità.

KALLE          Ho sempre pensato che si leggono troppo poco i classici.

ZIFFEL         Soprattutto non dovrebbero mancare nelle biblioteche delle prigioni. Il mio motto: buoni libri nelle biblioteche delle carceri! Ecco, per i riformatori dell’istituto carcerario, una missione da impegnarci tutta la vita. Se ci riuscissero, le prigioni perderebbero presto tutta la loro attrattiva per le autorità. Dovrebbero riconoscere che è finita con la loro giustizia del tipo: «mezzo anno di castità per un sacco di patate rubate».

KALLE          Allora lei non è nemmeno per la castità?

ZIFFEL         Sono contrario alla pretesa di mettere ordine in un porcile.

KALLE          Prima di stare con i Liberi Pensatori, stavo con i nudisti. Sono la gente più casta che esista. Non trovano indecente niente, e non si eccitano mai. Sono orgogliosi d’aver superato il senso del pudore e di poter pagare la quota associativa. Io rimasi in arretrato coi pagamenti, e mi chiesero se per caso non mi sentivo imbarazzato; allora me ne andai e mi lanciai di nuovo in braccio alla lascivia. Cioè, per un po’ di tempo non ne ho avuto più voglia. Avevo visto troppo. Così come si vive nelle fabbriche e nelle abitazioni umide e malsane, e con la roba che si mangia, la gente non può mica esser fatta tutta di Veneri e Adoni.

ZIFFEL         Giustissimo. Io sono per un paese dove abbia un senso essere lascivi.

Riattraversarono il grande piazzale della stazione. Poi si separarono e se ne andarono ciascuno per la propria strada.

(1)  Verso della Lorelei di Heine
(2)  Verso della poesia di Heine I granatieri
(3)  Versi di una poesia nazionalistica di Emanuel Geibel
(4)  Dal Lohengrin di Wagner

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