sabato 22 agosto 2015

Il riconoscimento in Hegel - Carla Maria Fabiani


    «affinché sorga in te il desiderio di riconoscimento (quello stesso desiderio che nutro io nel mio intimo) sono disposto a mettere in pericolo la mia e la tua vita».  (G.W.F. Hegel)


 L’esperienza che Hegel ci sta descrivendo va collocata letteralmente fuori della storia: essa è un’esperienza originaria, innata, o trascendentale: cioè, è un’esperienza che ciascuno di noi – in quanto uomo – vive costantemente dentro di sé e fuori di sé, nel confronto con gli altri. Essa non è un’esperienza particolare (storicamente collocata), ma un’esperienza universale (è la condizione dell’essere umano): siamo uomini perché desideriamo essere riconosciuti, ma tale desiderio viene ostacolato, impedito – rimanendo spesso un desiderio insoddisfatto – poiché gli altri non sono disposti a riconoscerci senza che noi, a nostra volta, riconosciamo loro. La nostra struttura antropologica – cioè il nostro essere uomini – coincide con l’irrefrenabile desiderio di riconoscimento. 

 Il desiderio di riconoscimento ci rivela – dice Hegel – il concetto di Spirito (Geist, in tedesco), e cioè il fatto che gli uomini sono fondamentalmente soggetti spirituali, ossia relazionali: il che vuol dire semplicemente che gli esseri umani sono tali solo in relazione con altri esseri umani. L’isolamento dagli altri non può costituire la condizione permanente della loro esistenza. Tuttavia, essere uomini spirituali richiede uno sforzo di emancipazione e di uscita da condizioni naturali che ci mettono in contrasto anche violento gli uni con gli altri. 

 Per Hegel, la natura va negata: essa, di per sé, non realizza le nostre aspirazioni più profonde, e per prima l’aspirazione alla libertà. Spirito quindi per Hegel vuol dire anzitutto relazione fra singoli Io che decidono di chiamarsi Noi; essi si riconoscono come un insieme coeso di differenti Io. 

 Allora la lotta a morte si accende proprio quando ciascun uomo o ciascun Io pretende di essere riconosciuto senza però voler riconoscere a sua volta l’altro: e questa mancanza di piena corrispondenza fra i desideri, secondo Hegel, sempre accade nel mondo degli uomini. 

 Il desiderio di riconoscimento porta con sé l’eventualità del conflitto: gli esseri umani possono rifiutarsi di riconoscere l’altro. Possono cioè restare indifferenti alla pressante richiesta di riconoscimento da parte dell’altro. «Io sono qui, tu sei lì»; «Io sono naturalmente autosufficiente da te e non ho bisogno del tuo riconoscimento». E questo è solo un esempio di come l’uomo possa rifiutare la relazione con l’altro. È allora che metto seriamente a rischio la mia vita, pur di essere riconosciuto: «o mi riconosci o ti uccido». 





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