sabato 9 aprile 2016

Dialoghi di profughi VII.* - Bertolt Brecht



LE MEMORIE DI ZIFFEL, PARTE III. – DELL’ISTRUZIONE.


Ziffel stava tirando fuori di tasca alcune pagine delle sue memorie, quando Kalle gli rivolse in fretta una domanda.

KALLE     E’ forse stato un incidente particolare, che la indusse a tagliare la corda? Nelle sue memorie non dice niente. Vi è espressa soltanto una gran voglia di andarsene.

ZIFFEL     Non ne ho fatto parola, perché non può essere di interesse generale. Avevamo un assistente, all’istituto di fisica, che non distingueva un protone da un nucleo. Era convinto che il sistema democratico, infeudato agli ebrei, gli impedisse di emergere, e perciò si iscrisse al partito. Un giorno dovetti correggere un suo lavoro, e lui trovò che non m’inserivo nello spirito della rivoluzione nazionalsocialista e che l’odiavo perché era per il Comediavolosichiama. Questo bastava a rendere problematica la mia permanenza nel paese quando il Comediavolosichiama prese il potere. Io sono per natura incapace di abbandonarmi fiduciosamente ai grandi entusiasmi collettivi e non sono degno di essere guidato da capi energici. Nelle grandi epoche gente come me disturba l’armonia del quadro. Sentii parlare di certi campi dove si voleva proteggere dal’ira del popolo gente come me, ma non mi attiravano proprio per niente. Ora continuerò a leggere.

KALLE     Lei vuol dire che non si riteneva abbastanza preparato per quel paese?

ZIFFEL     Di gran lunga meno preparato per poter continuare a vivere da uomo in mezzo a tutto quel sudiciume. La chiamo pure debolezza, ma io non sono così umano da poter restare uomo alla vista di tanta disumanità

KALLE     Conoscevo una tale che era chimico e fabbricava gas velenosi. In privato era un pacifista e aveva tenuto conferenze alla gioventù pacifista contro la follia della guerra. Diventava molto violento nei suoi discorsi, tanto che dovevamo sempre ammonirlo a moderarsi nelle espressioni.

ZIFFEL     Perché lo lasciavate parlare?

KALLE     Perché aveva ragione quando diceva di non aver nulla a che fare con quello che fabbricava, così come un operaio di una fabbrica di biciclette non ha nulla a che fare con esse. E anche lui, proprio come noi, ce l’aveva col fatto che non si debba aver nulla a che fare con quel che si fabbrica. Noi sapevamo benissimo che lavoravamo per la guerra per il solo fatto di lavorare. Infatti se le biciclette, che in sé e per sé sono aggeggi innocenti, non possono andare oltre confine perché i mercati sono saturi, allora un bel giorno oltre i confini ci andranno i carri armati, questo è chiaro. Ho  sentito dire da certuni che il commercio e l’economia sono umani, e che disumana è soltanto la guerra. Ma, a parte che il commercio e l’economia non sono affatto umani, resta comunque che da noi portano alla guerra. E poi c’erano quelli che volevano una guerra umana. Fate la guerra, ma non contro la popolazione civile! Coi cannoni, ma non col gas! Il Congresso americano, mi dicono, h fatto una legge per limitare al dieci per cento i profitti sugli armamenti. Avrebbe potuto farne un’altra per limitare al dieci per cento anche le perdite umane! La barbarie viene dalla barbarie, in quanto la guerra viene dall’economia. Mi scusi se sono scivolato nella politica.

ZIFFEL     La cultura non ha proprio nulla a che fare con l’economia.

KALLE     Purtroppo.

ZIFFEL     Che significa purtroppo? Parli in modo chiaro con me. Io sono uno scienziato e perciò di difficile comprendonio.

KALLE     Io ho frequentato l’università popolare. Ero incerto se studiare Walter von der Vogelweide o la chimica, o la flora dell’età della pietra. Dal punto di vista pratico era lo stesso, in quanto non avrei comunque potuto trarne nessuna utilità. Quando lei studiava fisica, pensava anche alle possibilità di impiego, e metteva da parte qualcosa che avrebbe poi potuto rivendere. Ma per noi si trattava di pura cultura e della direzione in cui volevamo svilupparla.

ZIFFEL     E in quale direzione l’ha sviluppata lei?

KALLE     Scelsi Walter von der Vogelweide, e da principio non andava mica male; ma poi rimasi disoccupato e, siccome la sera ero troppo stanco, piantai tutto. Le lezioni erano gratis, non costavano niente e non rendevano niente; ma un manualetto costava quanto una dozzina di sigarette. O forse, più semplicemente, non ero nato per superare tutte le difficoltà. Il figliolo della mia padrona di casa finì per imparare a memoria tutta la botanica. Aveva un’energia di ferro: non andò mai a spasso una sola sera, mai al cinema. Non faceva altro che istruirsi, tanto da risentirne danno, perché dovette mettersi gli occhiali, ciò che lo impacciava al tornio: anche se poi in fondo faceva lo stesso, perché rimase disoccupato.

ZIFFEL     Come lei dice, dipende solo da lei se vuole istruirsi o no. Sono sicuro che il figliuolo della sua padrona avrebbe potuto fare ancora di più. Di sicuro non sfruttava tutto il suo tempo. Se ci avesse pensato, avrebbe probabilmente scoperto che tante e tante volte era stato al gabinetto senza un libro, o che quando leggeva alzava spesso gli occhi dal libro. Sarà stato anche solo per tre secondi, ma li sommi tutti insieme, ed ecco che  in capo a venti, trent’anni fanno un’intera settimana di tempo perduto! La botanica è vasta, è un campo sterminato. Una conoscenza completa richiede una passione disumana per questa materia, specialmente da parte di un meccanico, che ha anche altro da fare. E lei è del tutto fuori strada a chiedersi se il sapere renda o meno, perché chi non aspira al sapere per il sapere, ci rinunzia, poiché vuol dire che manca di spirito scientifico.

KALLE     Ma io non me lo chiesi affatto quando cominciai il corso.

ZIFFEL     Allora lei aveva le carte in regola, e la scienza non ha nulla contro di lei. Avrebbe potuto studiare Walter von der Vogelweide fino alla più tarda vecchiaia, e dal punto di vista morale lei era perfino superiore al professore che teneva il corso, perché lui con la sua scienza guadagnava pur sempre qualcosa. Peccato che non abbia perseverato.

KALLE     Non so se alla lunga avrebbe avuto molto senso. A che scopo educare il mio senso estetico guardando i quadri di Rubens se le ragazze che posso avvicinare hanno tutte il colorito di chi lavora in fabbrica? E il figlio della mia padrona di casa studia il mondo vegetale mentre lei non ha i soldi per un cespo d’insalata!

ZIFFEL     Possiamo dirla così: quando la sete di sapere in un paese prende tinte così eroiche e disinteressate da dare nell’occhio a tutti e da essere ritenuta una nobile virtù, questo getta una cattiva luce su tale paese.

Poco dopo Ziffel e Kalle si separarono e se ne andarono ciascuno per la propria strada.

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