mercoledì 20 maggio 2015

SU MARXISMO E STAGNAZIONE* - Stefano Garroni

*Da "Tracciati dialettici (Note di politica e cultura)" Stefano Garroni, Edizioni Kappa 

"Marx indica impietosamente - sulla scia di Hegel - 'l'altra faccia', il risvolto della pretesa razionalità del modo di produzione (capitalistico) e ne evidenzia contraddizioni e opposizioni  (i due termini sono da Marx usati e stanno ad indicare 'tormenti' dell'oggetto, che non hanno esattamente la stessa forma e dinamica).
Questo fa Marx per mostrare come l'ordine capitalistico predica disordine sociale, il dominio crescente degli uni e l'avvilimento progressivo degli altri. Ma questo fa Marx anche per mostrare che il modo capitalistico di produzione non può uscire dalle contraddizioni ed opposizioni che lo caratterizzano e che, al contrario, può solo spostarle in avanti, generalizzarle e renderle, in definitiva, più acute ed universali. 

[...]Muoversi, come Marx vuole, dal punto di vista della 'libera ricerca scientifica', priva di 'presupposti' e di 'riguardi' - significa comprendere che l'oggetto economico può divenire razionale, solo se radicalmente mutato nelle sue basi costitutive, solo se - facendo perno su tendenze, che esso stesso produce - lo si rovescia, lo si mette 'con i piedi per terra', ovvero (perché questo è ciò, che la metafora marxiana del rovesciamento significa) lo si sottopone alla direzione 'consapevole' dell'umanità associata (l'insieme dei produttori). 

Vediamo bene a questo punto, in che senso per il dialettico Marx far scienza implica subito, assumere un atteggiamento pratico, critico e trasformativo, l'episteme marxiana è, insomma, intimamente intrecciata ad un prender posizione, ad una scelta etico-politica. (E badiamo che proprio questo intreccio etica/scienza, questo dar 'valore' e 'spessore' agli eventi, è il 'mondo della storia', che - non per caso - il funzionario americano Fukuyama vorrebbe, ora, dichiarar morto)" 











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