giovedì 31 ottobre 2013

Appunti per una comparazione fra le tre ondate del processo di modernizzazione. - Aldo Giannuli -


L’estensione del termine (peraltro recentissimo), tendente ad assorbire nella globalizzazione tutta la modernità o gran parte di essa,  è una operazione ideologica finalizzata ad espungere o ridurre a mero incidente di percorso qualsiasi alternativa allo sviluppo capitalistico. In ogni caso, si tratta di un’operazione che non ha alcun fondamento scientifico. [...] Se Fukuyama ha rappresentato l’aspetto utopico ed eretico della corrente neo cons, Huntington ne rappresenta l’indirizzo realistico e “ortodosso”. Ma entrambi si sono ritrovati nel medesimo “club neocon” autore del progetto “per un nuovo secolo americano” (Irving Kristol, Daniel Bell, Seymour Martin Lipset, Nathan Glazer) dichiaratamente orientato a consolidare il ruolo di potenza unica globale degli Usa. E ciò nella previsione di non avere alcuno sfidante credibile, tanto sul piano finanziario, quanto, ancor più, su quello militare, almeno sino al 2025. E questo è il cotè politico del progetto di modernizzazione neo liberista. [...] Quanto poi al progetto di ordine monopolare del “nuovo secolo americano”, gli Usa sono ancora l’unica superpotenza in grado di intervenire in qualsiasi angolo del pianeta grazie alle loro 6 flotte ed alle 745 basi all’estero, mantengono una supremazia incontrastata nel settore satellitare e nell’infosfera, hanno ancora una netta supremazia tecnologica negli armamenti convenzionali, ma, se nel 1998, la loro spesa militare era oltre la metà di quella mondiale e la loro flotta aerea era l’equivalente della somma delle prime 19 flotte mondiali, oggi i rapporti di forza non sono più quelli. La spesa militare americana è ferma o decresce mentre sale vistosamente quella di Russi, Cinesi ed Indiani, che si affermano sempre più come potenze regionali in grado di difendere il proprio spazio strategico. E la crisi economica che investe Usa ed Europa appare ancora lontana dalla sua soluzione. [...]                                                                                                                                                                                          Nel tipo di modernità cui ogni paese perviene giocano diversi elementi:
-il retroterra storico di ciascun contesto nazionale

-il concreto intrecciarsi delle dinamiche internazionali
le cause e le modalità immediate dell’innesco dei processi di modernizzazione
-la qualità dei progetti di modernizzazione che si manifestano via via

-le concrete scelte politiche dei vari attori nazionali.
L’osservazione dei processi in atto contribuirà in modo determinante a modificare molti dei punti di vista consolidati cui siamo abituati e ci obbligherà a riconsiderare anche la nostra identità occidentale: la modernità è il racconto che l’Europa (intendendo per essa non solo quella dell’omonimo continente ma anche quell’Europa fuori Europa che sono le Americhe e l’Oceania) ha fatto a sé stessa della propria storia fissando la sua identità. Oggi, con la globalizzazione quell’identità ci torna indietro come il riflesso in uno specchio che ci rivela un volto diverso da quello che avevamo immaginato. E questo ci induce a rimeditare la nostra storia, a partire da quella categoria di modernità che è stata l’architrave delle scienze storico sociali degli ultimi due secoli.                                                                                                                                                                      http://www.aldogiannuli.it/2013/10/appunti-per-una-comparazione-fra-modernizzazioni/#more-3139 

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