venerdì 18 maggio 2012

Sullo Stato - Stefano Garroni -

Engels potette condurre per lungo tempo, dopo la morte di Marx, una sua riflessione e sviluppare temi, a cui Marx mai si interessò specificamente. Da parte loro, i più significativi seguaci di Marx, (intendo Lenin, Trockij e la Luxemburg) scrissero ed elaborarono sotto la forte pressione di problemi radicali, sia in ambito politico, che economico, organizzativo e militare; e la conseguenza fu che una teoria dello Stato e della politica, che fosse radicata nel pensiero di Marx, non riuscì a nascere. Si badi, ad es., che se Lenin scrisse opere, propriamente teoretiche (Materialismo ed empiriocriticismo e i Quaderni filosofici), in realtà la sua filosofia sta in tutt’altra sede (e per fortuna!), ovvero nel modo in cui condusse la lotta politica, sulla base di una certa concezione (hegeliana) del movimento storico; va da sé che, se è vero quanto dico, la ‘filosofia’ di Lenin è strettamente legata a situazioni contingenti e, quindi, difficilmente riducibile a precisi teoremi.
Ed ancora, se pure è vero che merito grande di Trockij fu quello di cogliere a fondo le caratteristiche della deformazione burocratica dell’Urss, tuttavia egli stesso non riuscì a chiarire quali fossero effettivamente le radici del fenomeno e quali specifiche, concrete riforme sarebbero state necessarie, in certe condizioni date, per combattere efficacemente quelle deformazioni.                                                                                                                                                              http://www.proletaria.it/index.php?/ita/Cultura-e-Societa/Sullo-Stato

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